Ogni mattina, per un mese, la stessa domanda ai fiduciari del capitano: “Quand’è la partenza?” E sempre la stessa risposta: “Ne aspettiamo altri. Lo sa lui il momento giusto.”
E più i nuovi venuti aumentavano – ormai in cinquecento nei ristretti spazi del centro di raccolta- più la disperazione diventava esplosiva: costretti a fare i turni per dormire, e soprattutto tormentati dalla fame –un piccolo pane e una bottiglietta d’acqua a testa per l’intera giornata.