Saggio
Scuola e sistema mafioso
Capitolo I
La città e i galantuomini
A Palermo può capitare di tutto: che un avventuroso frequentatore di biblioteche sprofondi tra libri, calcinacci e pergamene o che un malcapitato turista venga miseramente colpito da tarlate colonnine arabonormanne o da residui barocchi in decomposizione. Può anche accadere – ed è accaduto – che, in una gialla mattina di scirocco, gli alunni trovino la porta della scuola sbarrata perché il vento, nottetempo, ha portato via fatiscenti tetti e infissi, oppure che bambini delle elementari debbano ingaggiare quotidiane battaglie con topi o fortunosamente scampare a tubature che non reggono sommergendo registri e banchi.
Sono le punte più evienti e paradossali -frequentemente e quasi senza scandalo se ne occupa la cronaca – di una carenza nell’edilizia scolastica che rende ancora più contraddittoria e disagiata ia già dissociata condizione di chi opera nella scuola, luogo ormai improbabile che, dentro e fuori metafora, traballa.
