Il titolo di questa raccolta di Maria Attanasio è al tempo stesso esattissimo e ambiguo. L’autrice vi dimostra infatti la piena consapevolezza di non potersi spingere oltre certi luoghi, certi confini, certi « interni », di non avere cioè altra possibile area da esplorare (meglio ancora: altro spazio autenticamente fruibile e vitale) che quello in cui agisce, si esprime e si consuma un personaggio. Di quale personaggio chiave o privilegiata figura si tratti è fin troppo facile intuire: Maria, naturalmente, la stessa autrice, con il proprio corpo, i propri angusti limiti, fisicamente invalicabili. Ed è soprattutto nel libero gioco degli spessori che si schiudono tra desiderio di gratificante fuga e forzata aderenza a un reale insufficiente, subìto, ma non di meno responsabilmente accettato, che la Attanasio si infiltra e si inserisce, pazientemente creando spazio e impreviste possibilità di risonanze ed effetti alla propria voce poetica. Ben sapendo dunque che « Maria è dissociata … » essendo « una parte dissolta in specchi metafore astrazioni / l’altra di qua / nella vita che scorre sotto il linguaggio ». Piena lucidità, come si vede, e insieme presenza di una giusta dose di ironico autocontrollo: tutto ciò per rendere perfettamente attuabile un progetto che si intuisce fin dalle prime battute della finzione e che viene, poesia su poesia, immagine dopo immagine, acquistando forza e credibilità, realizzandosi per tocchi netti e misurati, attenti all’essenziale, attraverso i minimi passaggi, in sé non proprio esaltanti, da uno studio, a una cucina, a una camera da letto; finalmente a una più autentica dimora, punto di partenza e arrivo del solito brevissimo e solo in parte esauriente viaggio: il proprio corpo. Una testimonianza di indagine tanto partecipe quanto parziale e per ciò stesso varia e condotta secondo un immaginato mutare continuo di direzione rotta attorno a un tracciato in effetti inevitabile, ma innumerevoli volte riproposto, trasgredito, capricciosamente reinventato, nella cadenzata, fitta registrazione di ogni in apparenza immutabile eppure sfumato, cangiante, variabilissimo dettaglio.